Fan fiction the vampire diaries st.6 ep.4
titolo: Divorare la fiducia.
WHITMORE COLLEGE
“L’hai fatto sul serio!”
“Non è un buon momento per dirmi cosa posso o non posso fare. In questo caso chi posso o non posso uccidere!”.
Si voltò guardando Caroline con fare rabbioso, sapeva che non tollerava suo fratello, ma si augurava avesse la decenza di rispettare questo momento. Momento suo e di Elena, perché se non era stato in grado di portarle una risposta, se le toglieva anche la speranza, perlomeno le offriva la vendetta, non che bastasse ovviamente, ma la voce di Caroline che lo riportava ad essere quello che a tutti piaceva, quello da cui tutti si rifugiavano certi e tranquilli, quello che a lei piaceva, quello che forse Elena un giorno aveva amato, adesso era intollerabile.
“Stefan! Non sappiamo neppure com’è andata! Hai potenzialmente ucciso un innocente!”, il gesto fu così veloce che diede ad Elena giusto il tempo di alzare lo sguardo dalla testa al corpo di Caroline, le aveva spezzato il collo e stava in piedi di fronte a lei. Voltò lesto il viso verso Elena.
“Doveva stare zitta! Le avevo detto di stare zitta!”, Stefan premeva forte le mani nei capelli.
“Si, doveva stare zitta”, Stefan la guardò perplesso, non si aspettava certo che giustificasse quel gesto violento, pensava che l’avrebbe tollerato al meglio delle sue capacità emotive, non che restasse così calma, di fronte a tutto: di fronte a lui che uccideva temporaneamente Caroline, di fronte alla testa dello – e ne era certo – sporco assassino di suo fratello, perché tale considerava Luke…no non sia spettava un’Elena così fuori da ogni comprensione.
“Devo dirti qualcosa, Caroline non ha voluto darmi ascolto, sinceramente facevo fatica a credermi io stessa, ha ipotizzato che stesse iniziando un principio di pazzia, che il solo pensare che non ci sia un posto dove raggiungerlo mi stesse maciullando dall’interno..ma non è così!”. Mise calore nelle parole finali, mentre si avvicinava a Stefan e prendendogli le mani, gli consegnava i due anelli di Damon.
FORESTA DELLA VIRGINIA.
“Sei sicuro che potranno aiutarti?”
“Non lo so, ma devo tentare. Io ho aiutato molti di loro con le prime trasformazioni ed ora mi sento come se stessi per esplodere, è qualcosa che ho già vissuto e non posso, non di nuovo Matt”, nelle parole di Tyler la consapevolezza di avere una seconda possibilità. Si fermarono ad una stazione di servizio poco fuori quei monti dove aveva aiutato tanti licantropi a sopportare le trasformazioni quando era un ibrido, erano il suo gruppo di sostegno, lo sarebbero stati ancora.
“Ma non devi uccidere qualcuno per far scattare l’interruttore della maledizione?”
“Certo, e vorrei evitarlo caldamente. Ora sono di nuovo umano, sento in modo diverso il peso di tutte quelle morti…e non so, era più facile prima”,
“Prima?”
“Quando ero un ibrido, ok? Non avevo tutta questa…rabbia!”
“Già, non scordare come ci sei arrivato ad essere padrone di te stesso”
“E’ per questo che siamo venuti qui”
“Cosa pensi di trovare per l’esattezza?”
“Uno stimolo”
“Per cosa?”
“Per non uccidere, per non tornare ad essere un licantropo”.
MAGIONE SALVATORE
L’aveva presa per il bavero della giacca di jeans e trascinata come un pacco della spazzatura, era ancora svenuta, Stefan le aveva iniettato della droga sperando di indebolirne i poteri. Se non potevano riavere indietro Bonnie e Damon perlomeno avrebbero fatto l’impossibile per riavere le loro case, liberi da quell’inferno che li consumava dentro. L’aveva sbattuta in una delle celle che Damon aveva sistemato l’anno prima, aveva bisogno di capirci qualcosa, non era riuscito a fidarsi di Davina al cento percento, sebbene gli facesse comodo che la strega lo pensasse e che lo pensasse Stefan persino, ma quel dubbio non abbandonava la sua mente: se la magia come la conoscevano fino a quel momento, quella creata da Tessa e da Markos che definiva i loro rapporti, i loro istinti, si era consumata come una candela mozzata, perché Mystic Falls era ancora sotto quell’incantesimo? Quale ne era la fonte? Cosa lo legava ancora a quella terra? Prese una bottiglia di Champagne dalla riserva Salvatore, la agitò e la fece scoppiare addosso a Liv,
“Adesso festeggiamo me che ti faccio provare un grande dolore”
“Jeremy…”
“Mi fidavo di te, lurida puttana!”, esplose un colpo d’arma da fuoco verso l’esterno della sua spalla destra, sfiorandola. Liv svenne.
WHITMORE COLLEGE
“Com’è possibile?! Dove hai preso il secondo anello?!”
“Me l’ha lasciato Damon, ovunque sia, noi riusciamo a comunicare, io gli ho lasciato il mio,” così dicendo trascinò Stefan per la camicia verso il cassettone,
“qui io ho trovato un asciugamano sporco di grasso, con le vostre iniziali, cucite a mano,”, nel dirgli questo gli porse l’asciugamani e lo trascinò verso il suo comò,
“qui gli ho lasciato l’anello e ho ritrovato quello che hai in mano”,
“Ne hai parlato con qualcuno?”
“Con Caroline dell’asciugamani, per gli anelli aspettavo che tornassi, lei tende a credermi pazza”.
“Vorrebbe che riuscissi ad andare avanti”,
“Lo vuole anche per te, eppure ora si ritrova con il collo spezzato e nessuno di noi due ha remore sul fatto che si stia sbagliando”,
Stefan la guardava con comprensione. Le spiegò gli avvenimenti di New Orleans, Elena gli raccontò i suoi sogni.
“Non dobbiamo perdere la speranza, sono da qualche parte, forse questa Davina vi ha mentito e con Klaus intorno non mi stupirebbe affatto”,
“Voglio credere che sia così, ma, Elena, se questa pista non dovesse portarci a nulla…”
“Allora smetteremo di cercare”,
“Si, smetteremo”. Gli costava un’enorme fatica pronunciare quella frase, si smetteremo…non immaginava di poter smettere, non immaginava di non poterlo ringraziare, e di non poter essere per lui il fratello che meritava di avere, semplicemente il suo cervello diceva no. Tutto in lui diceva no. Stringeva i due anelli e pensava al dolore di Damon, a dove potesse essere, alla sua solitudine, a quanto fosse suo dovere riportarlo a loro.
“Auch…”, Caroline si risvegliò in terra, resasi conto di quanto avvenuto, portando la mano al petto, si girò sgranando i suoi luminosi occhi e guardando Stefan ed Elena. Una sensazione che la sé umana conosceva fin troppo bene si stava riaffacciando, accentuata, di nuovo nel suo spirito; realizzò che avrebbe infangato il già malconcio rapporto con Elena, e la ricacciò all’istante.
“Beh, potevate mettermi a letto almeno”, Stefan la guardò vergognandosi di se stesso, le aveva promesso, all’alba della sua trasformazione, che nessuno le avrebbe fatto del male, le aveva detto, da smemorato, che lui ci sarebbe stato sempre per lei, che lei aveva lui, si rifugiava da lei per i più disparati motivi da più tempo di quanto potesse ricordare e proprio lui, si lui, l’aveva ferita ed umiliata.
“Caroline…”
“Va tutto bene, credo che andrò a fare un giro, voi avete bisogno di parlare ed Elena mi aggiornerà dopo, comunque quella testa ferma ai piedi del letto è una spiegazione sufficiente”.
Uscì in fretta, negando a Stefan il tempo di scusarsi o di dare importanza alla cosa. Perché doveva giustificarle un gesto di rabbia? Non doveva infatti, erano amici, tra amici non si giustificano certi scatti, specie quando muore un fratello….ma che stava pensando?! “Cosa diamine pensi? Ovvio che dovevi dargli l’opportunità di spiegarsi! Cosa diamine fai Caroline Forbes?! Scappi via dal tuo amico?!”, camminava a passo svelto nei cortili del Whitmore quando un rumore la distrasse, si voltò svelta e poi di nuovo. Due enormi occhi azzurri le erano piantati davanti, una donna con un lungo abito bianco le sorrideva.
“Torna da Stefan”.
Si sentì sollevare da terra, il corpo teso, gli occhi le si voltarono diventando bianchi.
FORESTA DELLA VIRGINIA
Adam l’aveva visto arrivare, un tempo si erano contesi il ruolo di maschio alfa, e saperlo di nuovo umano era per lui soddisfacente. Superato il dolore della trasformazione, imparato a sopportarla poteva finalmente essere un leader.
“Tyler Lokwood”
“Adam”, si strinsero la mano con freddezza. Peyton l’aveva avvisato del suo arrivo con un resoconto sui motivi della sua visita, aveva organizzato il branco con burocrazia maniacale, Tyler sentì la rabbia crescere.
“Cosa ti riporta qui?”
“Credo che la nostra amica in comune ti abbia già spiegato tutto”
“Amica tua forse, per me è una sottoposta..ma si, mi ha spiegato perché sei qui e non so proprio come potrei aiutarti”
“Io credo che tu lo sappia”
“Se ti riferisci a lei, non si è più fatta viva dalla partenza dei suoi, lo sai bene, non possono esserci due alfa”, sghignazzava soddisfatto.
“Chi è questa lei?”
“L’amico è con te?”, Matt non riusciva a capire come un potenziale licantropo trattenesse la rabbia, da semplice umano gli avrebbe spaccato la faccia e pensava che quello era un viaggio a vuoto.
“Devo rintracciarla, alla svelta”
“Jamila non va cercata, va trovata caro mio, lo sai come funziona, se hai bisogno lei appare, come una fottuta fata madrina!”.
RICHMOND, VIRGINIA.
“Dovete rintracciarli subito! Riprovate!”
“Madame, i loro spiriti sono indeboliti, e le creature sono loro vicine, intervengono nella ricerca della loro magia”, la donna si voltò, nei suoi occhi il fuoco che avvampò la povera ragazza.
“Trovate i miei figli! Trovate Liv!”.
Erano disposte in cerchio, una dozzina di ragazze, vestite di nero, Madame si avvicinava loro una per volta, le giovani streghe, ridotte in cenere, risorgevano in quelle vesti cupe come la notte, dimenticando la recente morte, al centro del cerchio due spirali intrecciate. Erano nella soffitta di villa Parker, reclutate incoscientemente.
WHITMORE COLLEGE
“E’ la sua camicia…”
Stefan non riusciva a parlarne. Annuì solamente.
“Non è proprio il tuo genere….”, Elena sorrise debolmente.
“Sai, non lo so. Inizio a capire quanto si sentisse libero, certe volte”, con la mano indicò la testa di Luke.
“Sì, certe volte…”
“Non ho potuto dirgli tante cose…siamo stati lontani per molti, moltissimi anni, ed ora che non posso parlare con lui quando ne ho voglia, fosse anche solo per accusarci a vicenda di qualche sciocchezza, mi vengon in mente tante…tengo una lista”
“Una lista?”, lo sguardo di Elena era tenero, velato dalle lacrime.
“Di quello che voglio dirgli, di tutte le cose futili di cui vorrei parlare con lui, delle partite di football che avrei voluto vedere con lui negli anni in cui non era con me”, stava per tirarla da taschino quando Elena lo fermò
“No, Stefan. Gliele dirai e non devi mostrarmi nulla, non devi farmi capire quanto ti manchi. Io lo so”.
“L’ho trattato così…c’è stato un momento anni fa in cui ho desiderato la sua morte, capisci?! La morte del mio stesso sangue! Ed ora…”
“Ti sembra di pagare per quel pensiero, ma non è così. Damon era una persona diversa, tu eri diverso, lo eravamo tutti.”
“Già”, si voltò istintivamente verso lo spazio sul pavimento da cui si era alzata Caroline.
“Ti perdonerà, lo sai anche tu, lei non è capace di portare rancore…se non ti chiami Damon”,
“Come ho potuto farle del male così?”
“Eri stravolto Stefan”
“No, no…nei suoi occhi c’era delusione. E se sono riuscito a deludere perfino lei, dove troverò la lucidità per riportare Damon e Bonnie indietro?”, si premeva le mani sugli occhi e sulle tempie. Sentiva di poter scoppiare. Rivoleva suo fratello, avrebbe attraversato spazio tempo e quell’assurdità di mondo onirico, tutto, pur di riaverlo.
Non poteva sentire affanno o stanchezza, la sua natura di vampiro le risparmiava quelle scomodità, eppure trovava estremamente difficile correre, ma doveva raggiungerli. Era stata una sciocca a credere che solo il terrore e l’angoscia muovessero i sogni di Elena. Spalancò la porta d’ingresso e per un istante più lungo del dovuto provò repulsione per un pensiero: e se li avesse trovati in intimità? Non poteva pensare questo, no poteva muovere quel torno a Damon. Stefan era seduto alla scrivania di Elena, lei sul bordo del suo letto, cercavano una spiegazione ai sogni di Elena, svisceravano ogni momento che lei ricorda per trarne un dettaglio, seppur piccolo.
“Gli ho parlato! Io l’ho visto! Non…non sei pazza!”, si era accasciata, tenendosi alla maniglia della porta. Stefan era accorso per sollevarla.
“Caroline? Caroline!”, stava rivivendo la sua morte da umana.
ALTROVE
“Damon…Damon! Puoi sentirmi?! Damon svegliati!”, era nella sua stanza al college. Damon dormiva nel letto di Elena.
“Ma che diamine…E tu chi cavolo saresti?!”
“O mio Dio…”….sentiva chiaramente il cuore di Damon battere, era umano. La stanza si richiuse sopra di loro, ma lei non provò dolore, vide però Damon consumarsi nel fuoco e come se fosse svenuta e rinvenuta in pochi attimi si ritrovò in una stanza completamente bianca, Damon sospeso sopra di lei, la testa che si raddrizzava e gli occhi che da bianchi tornavano azzurri…
“Elena…”
“Damon…non….Bonnie!”, non potevano vederla, era in grado di attraversarli come se fosse un fantasma, poteva sentire il cuore di Bonnie battere, ma non quello di Damon.
“Devi resistere, ok? Ancora per poco e potrai vederla, stringerla!”
“Fammi…fammi scendere….liberami ti supplico, ho tanta…fame”, sul viso gli inconfondibili segni del vampirismo. Bonnie gli porgeva il polso. Caroline urlava i loro nomi inutilmente, ed inutilmente cercava di risvegliarsi.
VIRGINIA. ON THE ROAD, FUORI RICHMOND.
“Quando Stefan mi ha mandato un messaggio dicendomi di liberare un certo Alaric non mi aspettavo di trovarti impalato così bene.”, Enzo scattava foto con il cellulare, divertito dalla scena. Alaric era impalato per gli arti ed il cranio ad un’enorme quercia secolare in un bosco semisconosciuto in cui Stefan e Jeremy l’avevano trascinato.
“Sei proprio uno stronzo!”
“Mi è già stato detto, più di una volta. Oh sei fotogenico caro. Sembri la carta dei tarocchi…l’impiccato, solo che tu sei l’impalato…Perché ti hanno ridotto così?”, stava tirando via dalla carne di Rick i paletti dal cranio e dalle gambe, quand’ebbe liberato quello del braccio destro, Rick lo colpì con violenza. Enzo rispose cercando di impalettarlo di nuovo.
“Ex – cacciatore amico!”
“Ex – prigioniero – cavia umana amico!”.
WHITMORE COLLEGE
“Caroline! Caroline! Non puoi farmi questo! Svegliati!”, Stefan le era seduto accanto sul suo letto e la strattonava con forza, Elena immobile accanto a lui.
“Stefan….che è successo?”,
“Sei morta…della tua morte umana e ti sei risvegliata vampiro…”
“Hai aperto la porta come una furia, dicendo di averlo visto…che non ero pazza, chi…chi hai visto?”
“Io...Damon…”
Archivio blog
-
▼
2014
(10)
-
▼
luglio
(7)
- Fan fiction the vampire diaries st.6 ep.8 ME...
- Fan fiction the vampire diaries st.6 ep.7 Annebbia...
- Fan fiction the vampire diaries st.6 ep.6 Tutto l’...
- Fan fiction the vampire diaries st.6 ep.5 Uno, nes...
- Fan fiction TVD st.6 ep 4.
- La mia Fan Fiction viaggia nel web.Mi trovate anch...
- Fan Fiction The Vampire Diaries st.6 ep 03.
-
▼
luglio
(7)
martedì 8 luglio 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento